domenica 27 gennaio 2013

Decalogo punti 1 e 2

1) Casalingo ergo sum. L’editoria casalinga è un kit di montaggio per realizzare la propria felicità poetica, una necessaria dichiarazione di esistenza in vita. Con l’editoria casalinga fogli scritti e sparpagliati, appunti volanti, riflessioni chiuse nei taccuini, frasi sottolineate sui libri, idee balzane, ironie, autoironie, paradossi, eccessi, collage, fotografie, etc... trovano dignità e diventano materiale circolante grazie al prezioso formato di libro, libello, libretto. Fogli sparsi, parole vaganti confluiscono così in un oggetto pregiato. Una volta tanto la mole di pensieri e idee che durante il giorno scartiamo, reprimiamo o releghiamo in un angolo perchè non produttivi rispetto ai normali canoni socio-economici, trovano uno spazio per espandersi, organizzarsi ed essere condivisi. In questo senso essere editore casalingo rende felice almeno una persona sulla terra: se stessi.

 
2) Chi si preoccupa, chi se ne frega. L’editoria casalinga non è economicamente produttiva, non è politicamente seria, non è socialmente popolare. Mentre l’editoria tradizionale si preoccupa e si affanna a cercare il mercato, il consenso, il denaro, l’editoria casalinga se ne frega e, semplicemente, confronta le idee, valorizza l’errore, gioca coi concetti. Nell’editoria casalinga il limite può diventare risorsa, la pecca una virtù, il catorcio un bolide... L’editoria casalinga è aperta alle sperimentazioni, è un prodotto dell’istinto, lontano dai calcoli...
CONTINUA...


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