Decalogo punti 1 e 2
1) Casalingo ergo sum. L’editoria
casalinga è un kit di montaggio per realizzare la propria felicità poetica, una
necessaria dichiarazione di esistenza in vita. Con l’editoria casalinga fogli
scritti e sparpagliati, appunti volanti, riflessioni chiuse nei taccuini, frasi
sottolineate sui libri, idee balzane, ironie, autoironie, paradossi, eccessi,
collage, fotografie, etc... trovano dignità e diventano materiale circolante
grazie al prezioso formato di libro, libello, libretto. Fogli sparsi, parole
vaganti confluiscono così in un oggetto pregiato. Una volta tanto la mole di
pensieri e idee che durante il giorno scartiamo, reprimiamo o releghiamo in un
angolo perchè non produttivi rispetto ai normali canoni socio-economici,
trovano uno spazio per espandersi, organizzarsi ed essere condivisi. In questo
senso essere editore casalingo rende felice almeno una persona sulla terra: se
stessi.
2) Chi si preoccupa, chi se ne frega.
L’editoria casalinga non è economicamente produttiva, non è politicamente
seria, non è socialmente popolare. Mentre l’editoria tradizionale si preoccupa
e si affanna a cercare il mercato, il consenso, il denaro, l’editoria casalinga
se ne frega e, semplicemente, confronta le idee, valorizza l’errore, gioca coi
concetti. Nell’editoria casalinga il limite può diventare risorsa, la pecca una
virtù, il catorcio un bolide... L’editoria casalinga è aperta alle
sperimentazioni, è un prodotto dell’istinto, lontano dai calcoli...
CONTINUA...
Nessun commento:
Posta un commento