DECALOGO
DELL’EDITORIA CASALINGA
Ovvero
PERCHE’ DIVENTARE EDITORE CASALINGO MIGLIORA
LA QUALITA’ DELLA VITA
Piegate un foglio in
quattro e osservatelo. E’ la magia del formato libro...
Se fotocopio il mio quaderno delle ricette e ne assemblo
dieci copie rilegate ho fatto un libro casalingo. Vero. Se lo faccio
periodicamente, sistematicamente e diffondo il tutto posso dirmi “editore
casalingo”. Vero. C’è però qualcosa in più, un significato latente che, se
osserviamo bene, può spingerci a ritenere questa attività un atto di libertà ed
indipendenza che, nell’ottica in cui l’atteggiamento dell’individuo è un
potenziale cambiamento della società, ha risvolti che, esagerando un po’,
possiamo ritenere quasi sovversivi. Questi sono i motivi che mi spingono a scrivere
questo sgangherato decalogo. Dichiaro fin d’ora che motivo ispiratore del tutto
sono gli scritti di Troglodita Tribe, l’esperienza punk rock demenziale del mio
gruppo rock di riferimento, gli Skiantos e l’interesse verso Teledurruti
l’emittente web descritta nel libro di Fulvio Abbate “Manuale italiano di
sopravvivenza. Come fare una televisione monolocale e vivere felici in un paese
perduto, Cooper, 2010”.
Non ultima l’esperienza di Liber (il salone dell’editoria libera e
autoprodotta) e i contatti con i suoi “inventori Federico Zenoni e Paolo
Cabrini.
Continua...
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