lunedì 4 febbraio 2013

DECALOGO 9,10,11

9)      L’errore, una risorsa 01. La realtà storpiata è felicità liberata. Spieghiamoci meglio. Nelle caselle del reale c’è posto per tutto, sia l’universo degli avvenimenti, sia quello dei significati. Dalle più scontate routine umane come il lavoro, il consumo alle peggiori situazioni della vita e della cronaca, ogni cosa ha una casella. Nulla stupisce. Non il ladro, non il pedofilo, non il folle omicida, non la protesta dei lavoratori, non il grigiore urbano, non l’affondamento del sommergibile nucleare. Nulla, nè delle cose belle, nè delle brutte. In un simile contesto in cui tutto sembra normale, nonostante un elevatissimo tasso di disagio sociale e individuale (misurato dall’accesso delle persone a farmaci, psicofarmaci e psicoservetti che si affannano a dare benessere, anche quello in vendita), giocare a storpiare l’immagine che si ha della realtà ne svela le storture, introdurre il virus dell’”errore di sistema” che mentalmente scombina o rovescia i significati delle cose libera l’ironia, il sarcasmo e avvia alla felicità dell’indipendenza psichica dal “sistema”. L’editoria casalinga è un medium non convenzionale ottimo per punti di vista non convenzionali che magari utilizzano l’ironia, il paradosso, l’estremizzazione e contribuisco allo storpiamento della realtà deforme, anche se apparentemente “in bolla”. Ad esempio, da quanto non scarabocchiate più le foto sui giornali. Guardate tutte quelle facce che vi guardano dalle pagine delle pubblicazioni di massa, c’è qualcosa di serio in quelle facce? Se ritenete di no scarabocchiatele liberamente e creativamente...con godimento. Ritagliatele, incollatele, rilegatele. Ecco fatto il vostro primo libro casalingo.
10)      L’errore, una risorsa 02 Un errore è una nuova creazione. Libero da mentalità mercantile, gioiosa e a costo zero o quasi, l’editore casalingo può creare liberamente, senza paura di sbagliare. Ogni errore viene coccolato, studiato e trattato come una nuova creatura foriera di novità. Se per preparare un piatto non oserete mai nessuna modifica e considerate ogni differenza con quanto scritto sul ricettario una cosa da evitare, difficilmente creerete qualcosa di nuovo.
11)  Ars e artigianato Nel turbinio colorato di carte, collage, scritti, disegni, stampe e pieghe del mondo editorial casalingo spunta ogni tanto la parola arte e viene subito guardata con sospetto. I suoi fronzoli intellettualistici con il suo codazzo critico-mercantile genera repulsione nel creativo domestico che si dedica alla sua attività di editore. La spontaneità (e perchè no, l’infantilismo) dell’editore casalingo non è persuasa dalla competizione artistica, ne resta libera e distante e, se si guadagna l’appellativo di “arte”, lo fa a sua insaputa, ne è felice ed è comunque un titolo che si guadagna sul campo, non sfruttando i denari o i titoli degli interessati sostenitori del mercato artistico. Allo psicoeditore resta il piacere della manipolazione dei materiali e della creazione del nuovo. Attività ormai d’elite nella nostra quotidianità pervasa dai movimenti di scartoffie delle società di servizi, dalla meccanizzazione e dal virtuale.

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